con l’autorizzazione dell’artista e di Valerie

I AM I

“Con la fotografia non esploro la distanza, ma anzi cerco di afferrare sentire e mostrare ciò che è là fuori. È nel caos delle emozioni, nel disordine effimero e imperfetto della vita personale che fugaci e mutevoli momenti di verità prendono forma. E, tra gli interstizi dei segni e simulacri della contemporaneità, spero si insinui la gioia della solidarietà e una timida sovversione.” L.P.

Tutti questi scatti sono un viaggio in un mondo abitato da soggetti intriganti anche se marginali, considerati irrilevanti, trasparenti alla società e ai media. Un indagine ampia e di lunga data, fatta di amicizie decennali e incontri recenti, un filo nascosto che si intreccia con le mie stesse esperienze personali, un filo che traccia la mia percezione del mondo.

Le fotografie presentano tre attiviste del movimento transessuale/transgender Italiano. Porpora Marcasciano, attivista per i diritti umani e presidente del Mit (Movimento Identità Transessuale) fino alla sua elezione al consiglio comunale di Bologna nel 2021, amica di/da sempre, conosciuta a Napoli nel 1977. Valerie Taccarelli, anche lei conosciuta a Napoli all’interno dei movimenti femministi del 1977, e attivista trans da sempre e senza sconti. Loredana Rossi presidente di ATN Associazione Transessuale Napoli. Attraverso la fotografia, cerco una connessione personale con il soggetto, momenti intimi, di vicinanza.

Credo fermamente che nel caos delle relazioni umane, nell'interazione incessante tra le persone, per caso o per fortuna, possiamo testimoniare la vita con tutti i suoi conflitti, le sue disperazioni, come la gioia il disagio e la speranza. Aspiro a decostruire le generalizzazioni iconiche, e a connettermi ai momenti/gesti fluidi, sfuggenti e ambigui, interstiziali delle persone e situazioni. Le immagini rimandano a una riflessione sul ruolo e le problematicità della rappresentazione mediatica di situazioni marginali. Il lavoro, semplicemente, è una presentazione di esperienze condivise che solo la fotografia è in grado di carpire dall’incoscienza dell’attimo.

È l’istantanea del momento, il frammento che sfida l'analisi razionale di ciò che pretende di documentare e si rifiuta di imporre un'interpretazione oggettiva e prevedibile della realtà. Il tentativo di costruire uno spazio visivo che, senza aggressione, inviti a una riflessione sullo spazio sociale e la nostra umanità, mentre immette, nell’immaginario collettivo, immagini che non diano risposte univoche o prevedibili su persone o situazioni che per necessità o scelta, sono costrette a vivere la vita con zero o pochi diritti.

Lina Pallotta

Lina Pallotta

Fotografa documentaria nata a San Salvatore Telesino (BN), si trasferisce a New York alla fine degli anni ottanta, dove si diploma in “Fotogiornalismo e Documentario fotografico” all’International Center of Photography. Spinta da una forte motivazione a fare la differenza, è attratta dalla cultura underground, dalle sottoculture, dalle storie meno gridate, dalle donne del Messico, dalle persone che hanno storie di rivalsa da raccontare.

Tra i lavori più conosciuti: Porpora e Valerie (2013); BASTA – to Work and Die on the Mexican Border (1999), sulla vita delle lavoratrici messicane nelle fabbriche di frontiera. Ha esposto in mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti, e pubblicato in riviste nazionali e internazionali.

Dalla metà degli anni 2000 tiene regolarmente seminari e conferenze per l’International Center of Photography, l’Empire State College, di New York; Frontline Club, Londra; Spazio Labo’, Bologna; Limes, Cagliari; Minimum, Palermo; e “F.project – Scuola di Fotografia e Cinematografia”, Bari. Tiene il master annuale SHOOT! Narrazione e Ricerca ad Officine Fotografiche Roma ed è stata membro del comitato scientifico di Fotoleggendo, per cui ha curato le mostre di Morten Andersen, Birgitte Grignet, Jason Eskenazi, Katrien De Blauwer, Michael Ackerman e Igor Posner. È stata la direttrice artistica di Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017.

Nel 2014 vince il Premio Osvaldo Buzzi del “International Trophies of Photography” BN.

Le sue opere sono conservate in collezioni private e musei, come Craf – Centro Ricerca Archiviazione Fotografia e la collezione di Donata Pizzi. 

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EN Version

I AM I

"Through photography I do not just explore distance, but rather try to capture, feel and show how life is out there. It is in the chaos of emotions, in the ephemeral and imperfect disorder of personal life that fugitive and mutable moments of truth take place. And, between the interstices of the signs and simulacra of contemporaneity, I hope the joy of solidarity and a timid subversion creeps in." L.P.

All these pictures are a journey into a world of fascinating though marginal - almost irrelevant - subjects, unseen by society and the media. A wide-ranging and long-standing investigation, made up of decades-long friendships and recent encounters, winds its way through a multitude of personal experiences to give a view of a new perception of the world.

The photographs present three activists of the Italian transsexual/transgender movement. The lifelong friend Porpora Marcasciano, a human rights activist and president of the MIT (Transsexual Identity Movement) until her election to the council of Bologna in 2021, met in Naples in 1977. Valerie Taccarelli, also known in Naples within the feminist movements in 1977, a fearless trans activist. Loredana Rossi, president of ATN Transsexual Association Naples. Through photography, I seek a personal connection and intimate moments of closeness.

I firmly believe that in the chaos of human relationships, in the never-ending interaction between people, by chance or by luck, we can witness life and its multitude of conflicts. I aspire to deconstruct iconic generalisations by connecting fluid and ambiguous people and situations. These pictures discuss both the role and the problematics of marginal existences in media representation. The project is a simple presentation of shared experiences that only photography is able to capture from the unconsciousness of the moment. 

The snapshot of the moment challenges the rational analysis and the predictable representation of reality. This visual space, without being aggressive, invites people to reflect on our social space and our humanity, while introducing images that do not give predictable answers about people or situations that, by necessity or choice, are forced to live life with no or few rights. 

Lina Pallotta

Lina Pallotta

A documentary photographer born in San Salvatore Telesino (BN), she moved to New York in the late 1980s where she received her diploma in Photojournalism and Documentary Photography at the Center of Photography. Her fierce motivation to make a difference drew her to the underground scene, to subcultures, to Mexican women, to underdogs, to tell stories that normally don’t get told. Her most notable works include Porpora e Valerie (2013) and BASTA – To Work and Die on the Mexican Border (1999), on the lives of Mexican women who work in border factories.

Her work has been shown in personal and collective exhibits in Europe and the United States and published in national and international magazines.

From mid-2000, she has regularly held seminars and conferences at the International Center of Photography and the Empire State College in New York; the Frontline Club in London; Spazio Labo’ in Bologna; Limes in Cagliari; Minimum in Palermo; and “F.project – School of Photography and Film” in Bari. She teaches the annual masters program, SHOOT! Narration and Research, at Officine Fotografiche Roma, and was a member of the Review Committee at Fotoleggendo for which she curated exhibits by Morten Andersen, Birgitte Grignet, Jason Eskenazi, Katrien De Blauwer, Michael Ackerman and Igor Posner. She was Artistic Director for Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017.

Her works are held in private collections and museums, such as Craf – Center for Archiving Photography, and Donata Pizzi Collection.

In collaborazione con Isolo17 Gallery